Dopo il concorso il libro: diventa un volume il premio “Quirino Maggiore” che racconta attese e sofferenze di pazienti, familiari e operatori uniti nella lotta alle malattie renali

Scritto da Paola Baroni, martedì 2 ottobre 2018  

Firenze – Diventa un libro il concorso nazionale “Quirino Maggiore” che nelle scorse settimane ha premiato in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, ben 30 persone tra sezioni di narrativa, poesia e fotografia in nefrologia, dialisi e trapianto. Il premio dedicato al maestro dei nefrologi, il professor Quirino Maggiore, una delle figure più eminenti della nefrologia italiana e internazionale, che dal 1998 al 2000 ha diretto Nefrologia e dialisi dell’Ospedale Santa Maria Annunziata, è un esempio dell’importanza della cosiddetta medicina narrativa applicata alla nefrologia. E’ nato per iniziativa della onlus Santa Maria Annunziata di cui è presidente Beniamino Deidda mentre responsabile del Comitato organizzatore è Marco Lombardi.

Ora le prime dieci opere classificate di tutte e tre le sezioni, sono state raccolte in un libro edito da Tassinari, Firenze 2018 (per l'acquisto scrivere aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.): pazienti, familiari e operatori a cui era aperto il concorso, che attraverso la narrativa, la poesia e la fotografia raccontano come hanno vissuto, imparato e trasmesso l’esperienza, per esempio, delle lunghe permanenze in sala dialisi. La medicina narrativa può essere in questo senso di aiuto perché può rendere più sopportabile la sofferenza e più efficace il percorso di cura. Ma è il libro che restituirà in maniera più completa l’attesa, la pazienza, le aspettative e la sofferenza di chi per la propria malattia o per quella di un proprio familiare, si è trovato a vivere difficoltà in ospedale o a casa propria, terapie lunghe e complesse, attese in sala dialisi.

“Il giorno della premiazione – ha ricordato Marco Lombardi – c’è stato lungo momento di condivisione fortemente partecipata, con un livello tangibile di comprensione, emozione e piacere, come veramente è capitato di rado. Non mi resta che augurare a tutti di poter ripetere insieme questa esperienza il prossimo anno nell’ottica di un grande personaggio visionario e concreto come Don Lorenzo Milani a cui è dedicato appunto la seconda edizione del Concorso”.