Questa sezione accoglie i percorsi assistenziali, ovvero percorsi di diagnosi e cura dedicati a specifiche categorie di assistiti che coinvolgono varie strutture e professionalità dell'Azienda.
Percorso oncologico
Il Dipartimento Oncologico dell'Azienda Usl Toscana Centro fa parte della Rete Oncologica regionale dell'Istituto per la Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO).
Percorso diabete
Il diabete è una malattia cronica che necessita di cure continue per impedire l’insorgere di complicanze, spesso gravi, e in particolare le malattie cardiovascolari. L'Azienda USL Toscana centro offre al cittadino con diabete assistenza specialistica attraverso vari servizi di Diabetologia, in regime ambulatoriale, di day service e di ricovero.
Per la cura del diabete sono attivati specifici percorsi diagnostico-terapeutici con controlli clinici periodici e progetti di cura integrati tra l'équipe diabetologica (medico, infermiere, dietista, podologo, psicologo), altri professionisti sanitari (medico di medicina generale, oculista, cardiologo, neurologo, ecc...) e le Associazioni dei pazienti.
Un buon controllo metabolico può essere conseguito, infine, solo attraverso un coinvolgimento del paziente all'autogestione della propria malattia.
Percorso malattie rare
La Regione Toscana, fin dal 2001, ha iniziato a sviluppare l’attività a supporto dell’assistenza delle malattie grazie al lavoro del gruppo regionale di coordinamento delle malattie rare.
Il portale malattierare.toscana.it è costantemente aggiornato a cura del Registro Toscano Malattie Rare.
Screening oncologici
Lo screening oncologico è un intervento sanitario di prevenzione cosiddetta secondaria, cioè finalizzata alla diagnosi precoce del tumore o anche delle alterazioni che possono precederne l'insorgenza.
La diagnosi precoce permette di curare un tumore ancora in fase iniziale; ogni anno infatti vengono svolte campagne di screening oncologico, rivolte ad alcune fasce della popolazione, che possono individuare piccoli tumori o alterazioni, prima della comparsa del tumore vero e proprio.
Per questo motivo lo screening è offerto a persone sane, che non presentano disturbi, in fasce di età considerate potenzialmente a rischio di insorgenza e funziona "a chiamata": le persone sono invitate per lettera a partecipare gratuitamente allo screening e l'adesione è spontanea.
L'esito dello screening può essere negativo e non avere alcun seguito, oppure richiedere ulteriori indagini diagnostiche. Anche le eventuali indagini di approfondimento sono gratuite.
Cure palliative
Le cure palliative offrono una cura globale e multidisciplinare ai malati colpiti da patologie croniche inguaribili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità le definisce come "un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie, che si trovano ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza, per mezzo di un’identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica, psicofisica e spirituale".
Esse si propongono quindi di migliorare il più possibile la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Perseguire tale obiettivo significa dare centralità al soggetto malato e renderlo capace di orientare la risposta ai suoi molteplici bisogni, nella costruzione del proprio percorso di cura.
In sintesi, le cure palliative:
- affermano la vita e considerano la morte un evento naturale;
- non accelerano il processo del morire;
- provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi fisici;
- integrano gli aspetti psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza;
- offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia ed il lutto.
In Italia sono normate dalla Legge 38/2010 e successivi decreti attuativi, oltre che previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La Regione Toscana ha recepito la normativa nazionale, deliberando inoltre in modo specifico sul settore.
Link di riferimento per le cure palliative
● Ministero della Salute
● Regione Toscana
● Società Italiana di Cure Palliative - SICP
● Federazione Cure Palliative
Psicologia ospedaliera
La SOSD Psicologia Ospedaliera (ex Psicologia della Salute nei Presidi Ospedalieri) è una struttura dipartimentale afferente alla Rete Ospedaliera. Nata nel luglio 2017 per volontà della Direzione aziendale per gestire, organizzare e coordinare l’attività degli psicologi che, con varie forme di collaborazione, prestavano servizio all’interno degli ospedali aziendali e intervenire in modo privilegiato nei Punti Nascita.
L’ intervento è di secondo livello e si caratterizza per essere tempodipendente in accordo con quelli dell’ospedale. Nell’affrontare la malattia ciò diviene ancora più rilevante e richiede, in ambito sanitario, un approccio globale al paziente. Qualsiasi malattia coinvolge l’intera vita di una persona e del suo ambiente familiare innescando processi psicologici di adattamento che vanno di pari passo all’evolversi della patologia e della cura. Tali processi di adattamento a loro volta possono incidere sul percorso di cura, ad esempio rispetto alla fiducia verso i curanti e la compliance ai trattamenti proposti. L’intervento psicologico in Ospedale è un tema di grande attualità, sia rispetto alle competenze professionali riconosciute allo psicologo dall’attuale normativa, sia rispetto agli obiettivi di salute indicati dal Piano Sanitario Nazionale in cui la psicoterapia rientra nei LEA. L'obiettivo è di considerare la persona nel suo insieme, mettendone in relazione il mondo interno con il mondo esterno, offrendo perciò ad ogni paziente, e ai suoi familiari, di fruire di un intervento psicologico e di essere sostenuti nelle difficoltà emotive legate alla diagnosi e alle terapie.
Lavorando attraverso la relazione, la psicologia si propone quindi di operare dei cambiamenti, nelle aree dell’espressione sintomatica, della sofferenza psichica e dei pattern comportamentali disfunzionali, promuovendo la crescita e lo sviluppo personale. In quest’ottica il paziente diviene “persona al centro della cura”, il che implica, spesso, la disponibilità a un lavoro interdisciplinare, a una revisione dei percorsi e, a volte, anche dei sistemi organizzativi. Le aree principali messe a fuoco nel percorso psicologico del paziente riguardano i vissuti e le reazioni alla malattia e all'ospedalizzazione, le emozioni, i comportamenti a rischio, lo stress management ed il trattamento precoce degli aspetti traumatici nell’ottica di una elaborazione dei vissuti e una riduzione del disagio emotivo.
Gli interventi devono essere mirati e focalizzati. Laddove la malattia slatentizza problematiche e disagi della persona, lo psicologo deve valutare i meccanismi difensivi del paziente, le risorse psicologiche e del contesto relazionale, l’eventuale sintomatologia psicopatologica.