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“Umanizzare le cure” è la mission del reparto di nefrologia di Pistoia

Scritto da Elena Cinelli

foto equipe centro dialisi ex ceppo

Un percorso complesso ed articolato quello del centro di nefrologia e dialisi di Pistoia, diretto dal dottor Alessandro Capitanini,

dove “l’umanizzazione” delle cure è uno dei principi a cui si ispira il personale sanitario che vi opera. 107 pazienti in dialisi ospedaliera, 15 in terapia a domicilio ed un percorso ambulatoriale che prevede la presa in carico di pazienti con meno del 20% di funzione renale sono questi i numeri della nefrologia che si articola in 3 centri dialisi sul territorio pistoise: uno presso l’Ospedale San Jacopo, uno all’interno dell’ex ospedale del Ceppo ed uno a San Marcello dove operano 46 professionisti, tra medici e infermieri.

E ancora. Un percorso dedicato vede la presa in carico di 62 pazienti affetti da glomerulo nefriti (patologia infiammatoria che interessa i reni compromettendone la loro capacità filtrante), un altro destinato a pazienti portatori di trapianto con 95 prese in carico (negli ultimi 3 anni sono stati trapiantati 21 pazienti di cui 6 con donazione da vivente), un follow up nutrizionale per 170 pazienti e 3 ambulatori per visite nefrologiche settimanali.

La struttura rivolge particolare attenzione anche all’aspetto emotivo dei pazienti applicando il così detto “concetto di umanizzazione delle cure”, introdotto per la prima volta nel patto per la salute 2014-2016 in cui si indica di avviare un percorso assistenziale a 360° capace di coinvolgere sia aspetti strutturali, organizzativi che relazionali.

“Il nostro impegno di porre il paziente al centro della cura è costante- spiega il dottor Capitanini- Per questo cerchiamo di passare da una medicina frenetica in cui il paziente è visto come mero portatore di una patologia ad una medicina lenta fatta di contatto e dialogo (“slow medicine”) con la persona, per capire le sue conoscenze, le esigenze e le sue aspettative rispetto al proprio stato di salute. Un paziente preso in carico nel nostro reparto è un soggetto destinato ad instaurare un rapporto quotidiano con il personale sanitario per questo è fondamentale creare un legame umano, empatico che sia funzionale ad entrambi. “

Il paziente con patologia renale rientra in quella categoria che per tutta la vita è destinata ad avere un rapporto costante con la struttura sanitaria soprattutto in fase di dialisi. A fronte di una riduzione estrema della funzione renale si presentano due strade: il trapianto, quando possibile, oppure la dialisi. In quest’ultimo caso il paziente ed i familiari sono informati dall’equipe di professionisti sanitari sulla possibilità di scelta della tipologia di trattamento di dialisi: in ospedale oppure a domicilio. Grazie a questa opportunità è possibile intraprendere la terapia più adatta ai bisogni ed alle aspettative del paziente.

Negli ultimi anni la dialisi a domicilio è stata riorganizzata per garantire al paziente maggiore sicurezza nella cura riuscendo a svolgere lo stesso trattamento a casa come in ospedale. Nel percorso a domicilio è centrale la figura dell’infermiere che segue direttamente la formazione del paziente e dei suoi familiari insegnando le modalità per effettuare la dialisi in autonomia ed acquisire così maggiore consapevolezza della propria patologia.

Il percorso, gestito da un team professionale composto da 5 infermieri coordinati dalla dottoressa Moira Arcangeli, prevede visite a domicilio settimanali ed una disponibilità telefonica h 24.

Allo stesso modo nei casi in cui è preferibile il trattamento in ospedale, il personale sanitario cerca di creare momenti di socializzazione con il paziente, festeggiando insieme le ricorrenze, per evitare quei momenti di solitudine e isolamento che potrebbero incidere negativamente sulla terapia.

Da alcuni anni il reparto di nefrologia e dialisi di Pistoia ha attivato, come primo centro dell’Azienda Usl TC e in Italia, il percorso di attività motoria durante la seduta di dialisi per migliorare lo stato psicofisico dei pazienti ed incentivare l’efficacia della terapia. Dal 2018 è possibile inoltre svolgere attività fisica in palestre convenzionate, in cui il paziente, valutato opportunamente da personale esperto segue un programma di attività motoria studiato su misura.