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“Percorsi assistenziali per soggetti con bisogni speciali”: un confronto tra professionisti sanitari del San Giuseppe sull’accoglienza ospedaliera secondo il modello DAMA PASS

Nella foto un momento del convegno a Sovigliana

Scritto da Elena Cinelli

 “Percorsi assistenziali per soggetti con bisogni speciali” è il titolo del convegno che si è svolto al Centro Sovigliana di Vinci sul tema dell’assistenza sanitaria alle persone con disabilità, promosso dall’Ospedale San Giuseppe di Empoli e dalle Associazioni delle persone con disabilità.

La necessità di trattare questo argomento scaturisce dalla diversa qualità di salute di queste persone, determinata prevalentemente dalla difficoltà ad accedere alle cure rispetto alla popolazione generale.  Di fronte al disagio e alla sofferenza provocate dal contatto con l’ambiente o il personale sanitario, le famiglie rimandano il più possibile il ricorso alle cure, con conseguente peggioramento dello stato di salute e la negazione del diritto alla salute. Le statistiche internazionali infatti mettono in evidenza che le persone con disabilità intellettiva presentano una mortalità evitabile del 49% rispetto al 13% dell’intera popolazione, nei confronti della quale hanno una aspettativa media di vita più breve di 13-20 anni.

Il convegno è stata anche l’occasione per fare il punto sul servizio DAMA PASS (Percorsi Assistenziali per Soggetti con bisogni Speciali), attivo dal 2015 a Empoli per cercare di trovare una soluzione a determinati disagi e accogliere al meglio in Ospedale anche le persone con disabilità.

Questo servizio, che coinvolge l’intero presidio ospedaliero, si basa sulla creazione di un ambulatorio dedicato gestito da una équipe multidisciplinare per l’accoglienza e la cura delle persone con disabilità, formata dal dr. David Coletta e la dr.ssa Giulia Vannini, medici internisti, le dr.sse Carla Benassai e  Maria Elisabetta Berni anestesiste, il dr Gianluca Leopardi, chirurgo, il dr. Domenico Spoleti e il Dr Francesco Urciuolo odontoiatri, Antonella Pretini infermiera case manager, le infermiere Chiara Gini, Katuscia Franchini, Luisa Anton Domingo e Antonella Andreotti con il supporto della dr.ssa Valentina Barletta, medico della direzione di presidio e la dr.ssa Loriana Meini, direzione infermieristica. A questo nucleo centrale si associano tutti gli infermieri del Day Service e i referenti per ogni specialistica medica, tra cui radiologia, ortopedia, ginecologia, endoscopia, pediatria, dermatologia, oculistica, che vengono coinvolti secondo necessità. Oltre alla attività ambulatoriale sono stati organizzati percorsi chirurgici e di degenza adattati ai bisogni speciali. La stessa accoglienza, anche se con più difficoltà, è stata mantenuta anche durante l’emergenza Covid.

Durante il convegno è’ intervenuto anche il dottor Marino Lupi, Presidente di Autismo Toscana, anche in rappresentanza del Coordinamento Toscano Associazioni per l’Autismo, manifestando soddisfazione per i contenuti del seminario e soprattutto per la qualità del servizio DAMA-PASS dell’Ospedale di Empoli, oltre che preoccupazione per il futuro di un servizio, quello Empolese, che, vista l’entità del bisogno, dovrà essere, non solo mantenuto, ma potenziato negli spazi e nel numero di professionisti afferenti. Il tutto sostenuto da un progetto formativo continuo che permetta di mantenere l’eccellenza attuale. E’ stato inoltre l’occasione per chiedere che il Progetto PASS, attualmente presente in poche realtà ospedaliere Toscane, venga esteso celermente, come da DGR 666/2017, a tutti gli ospedali della Regione.

Il progetto DAMA (Disable Advanced Medical Assistance) è nato nel 2000 a Milano come prima esperienza italiana di organizzazione ospedaliera adattata alle necessità delle persone con disabilità. In seguito nel 2017 la Regione Toscana ha dato il via ad un programma regionale per la creazione di percorsi sanitari per persone con disabilità, il progetto PASS  (Percorsi Assistenziali per Soggetti con bisogni Speciali).

Al San Giuseppe di Empoli negli anni l’attività è stata incrementata grazie anche al contributo delle associazioni e degli stessi familiari dei pazienti fino alla presa in carico di oltre 450 persone con disabilità e oltre 300 accessi ambulatoriali nel 2022.

I programmi futuri prevedono non solo l’impegno di mantenere, anzi potenziare, questo servizio, ma di integrarlo con la rete territoriale attuando una vera continuità ospedale-territorio.