Epidemiologia

Primi risultati dell’indagine epidemiologica condotta nella frazione di Casalguidi (Serravalle Pistoiese)

RISULTATI E SVILUPPI DELL’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SUI TUMORI RARI IN UN’AREA DELLA PROVINCIA DI PISTOIA

Nella sede dell’assessorato regionale alla salute di Firenze, il 27 aprile u.s. sono stati presentati i dati delle indagini epidemiologiche condotte nella frazione di Casalguidi del Comune di Serravalle e nei territori dei comuni circostanti finalizzate a chiarire i motivi dell’eccesso di tumori rari – sarcomi – rilevati fin dal 2019 sulla base delle segnalazioni dei MMG.
Alla presenza dei rappresentanti dei comuni dei territori interessati dalla vicenda, l’epidemiologo dell’ASL TC, dr. Francesco Cipriani, ha illustrato i principali risultati raggiunti in collaborazione con l’Agenzia regionale di sanità della Toscana-ARS, l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la rete oncologica-ISPRO e ARPAT. Nonostante il forte rallentamento delle indagini tra il 2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid-19, alcune conclusioni si stanno consolidando, anche se non tutte sono ancora definitive.
In particolare, gli indicatori di salute relativi al Comune di Serravalle Pistoiese non evidenziano particolari criticità in termini di ospedalizzazione e mortalità generale e per singole cause, compreso i tumori, rispetto ai valori medi regionali.
Anche un’analisi sugli oltre 6.500 cittadini residenti nella sola frazione di Casalguidi sembra confermare i buoni indicatori rilevati per il Comune nel suo complesso, con l’eccezione di un eccesso di sarcomi, come rilevato dalla segnalazione iniziale dei MMG. Tuttavia, i risultati di questa osservazione non sono ancora definitivi e sono in fase di verifica.
L’indagine condotta con interviste dirette ai soggetti affetti da sarcoma e loro familiari non ha evidenziato caratteristiche particolari. Non sono state infatti rilevate significative analogie tra i soggetti per i fattori di rischio dei sarcomi noti dalla letteratura scientifica internazionale, tra cui ambienti di vita e lavoro frequentati, abitudini di vita e hobby, storie cliniche, uso di farmaci e familiarità per malattie.
Anche se poco probabile, in qualche caso non è da escludere una componente genetica, che ci proponiamo di indagare meglio.
Le misurazioni sulla qualità dell’ambiente effettuate dentro le case dei pazienti si è interrotta durante la pandemia ed è attualmente in fase di riattivazione. Nelle abitazioni analizzate fino a oggi, meno della metà rispetto a quelle programmate, non è stata rilevata alcuna criticità, né nell’aria indoor, né nell’acqua dei pozzi privati. In particolare, nessun valore anomalo nell’aria dei più comuni cancerogeni come acetaldeide, formaldeide, composti organici volatili, tra cui gli idrocarburi, e cloruro di vinile monomero (CVM) e nessun risultato critico nell’acqua dei pozzi per il CVM e 80 tipi di pesticidi, spesso ai livelli minimi identificabili dallo strumento di analisi.
Dunque, ambienti di vita familiari non a rischio.
Le attività storiche di monitoraggio di ARPAT hanno testimoniato che non ci sono contaminazioni dell’aria, dell’acqua e del terreno nella Discarica del Cassero che interessino la popolazione che vive nelle vicinanze, né tantomeno altrove. D’altra parte, l’ipotesi di rischi indotti dall’inceneritore di Montale non è sostenibile per la eccessiva distanza dell’impianto da Casalguidi. Durante gli anni delle indagini epidemiologiche e della pandemia, ARPAT ha identificato un’area vicina a Casalguidi (Via del Redolone) con inquinamento da CVM, circoscritta con mappature e campionamenti di pozzi, anche con la collaborazione dell’Ufficio di Igiene di Pistoia e che oggi è sottoposta a bonifica. Allo stato attuale delle verifiche, l’area non presenta nessi riconducibili ai casi dei sarcomi oggetto dell’indagine. Più recentemente ARPAT ha segnalato altri due inquinamenti di acqua profonda, di cui una da CVM nell’area nord di Monsummano Terme ed una da tetracloroetilene in località Masotti nel Comune di Serravalle. La relazione tra questi due episodi di inquinamento e gli indicatori di salute dei residenti in queste aree deve essere ancora pienamente valutata, anche se sembra potersi escludere un rischio per esposizione della popolazione.
Gli approfondimenti effettuati da ISPRO sulla diffusione di casi di tumori e sulla mortalità per cause oncologiche nella provincia di Pistoia e nei comuni più vicini all’area di interesse (Serravalle, Quarrata, Agliana, Montale e Pistoia), attraverso i dati del Registro di Mortalità Regionale e del Registro Toscano dei Tumori, non hanno fino ad oggi evidenziato particolari criticità rispetto a quanto accade normalmente a livello regionale, fatto salvo un eccesso di tumori del colonretto e del polmone nei maschi, e del pancreas nelle femmine. Si fa notare che la concentrazione anomala di casi di sarcoma rilevato nella frazione di Casalguidi non emerge con i dati dei Registri che producono statistiche disaggregate al massimo fino al livello comunale.
Un’analisi specifica effettuata da ARS con tre diversi modelli statistici sull’aggregazione spaziale e temporale dei sarcomi su tutto il territorio pistoiese ha confermato la presenza del cluster di tumori già identificato nell’area tra CasalguidiCantagrillo e aree limitrofe, ma ha anche evidenziato due altre aree tra il Comune di Monsummano Terme e quelli di Larciano e Lamporecchio con possibile eccesso di casi rispetto al valore medio regionale. Queste due aggregazioni di casi sono però di dimensioni minori rispetto a quella di Casalguidi e non evidenti in tutti i modelli statistici utilizzati. Per questo è previsto di approfondire l’analisi in collaborazione con ISPRO attraverso un aggiornamento della casistica.
Infine, sebbene in ritardo rispetto al programma iniziale, è in corso una valutazione della qualità delle acque dell’acquedotto distribuite a Casalguidi prima e dopo il 2002, anno di passaggio dalla gestione del Comune di Serravalle a Publiacqua. Comunque, le disposizioni normative sui livelli dei parametri da rispettare per la potabilità dell’acqua, verificati con i campionamenti dell’Ufficio di Igiene dell’ASL TC, assicurano l’assenza di rischio per chi a Casalguidi, come altrove, usa acqua del rubinetto per bere e cucinare. Rimane da verificare con maggiore attenzione, invece, la qualità dell’acqua dei pozzi privati il cui controllo è affidato alla gestione del proprietario.
In conclusione, i risultati delle indagini condotte fino ad oggi, pur non identificando le possibili cause del cluster di sarcomi a Casalguidi, stanno escludendo la presenza di importanti fattori di rischio nell’ambiente e nei luoghi di vita di chi vive nelle frazioni di Casalguidi e Cantagrillo, così come nelle case dei pazienti. Questa valutazione deve però essere confermata con la conclusione dei monitoraggi in corso e con gli approfondimenti sui possibili altri cluster e loro rapporti con gli episodi di inquinamento.
Infine, è stato ricordato che nel corso del 2023 saranno portate a termine le attività sospese per la pandemia, allargate le osservazioni ad altri territori limitrofi a Casalguidi e al tempo stesso avviato un nuovo studio in collaborazione con ISPRO sui possibili determinanti genetici dei casi che si protrarrà fino al 2024. Su tutta la vicenda è in corso di coinvolgimento anche l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, che ha dato una preliminare disponibilità alla collaborazione.
La presentazione si è conclusa con l’intervento dell’Assessore regionale alla salute Bezzini, che ha confermato l’impegno degli assessorati alla sanità e all’ambiente della Regione a continuare il monitoraggio e lo studio dei problemi ambientali e sanitari in questa area, attraverso la Delibera di Giunta (526 del 15.5.2023) che finanzia il nuovo studio sui possibili determinanti genetici.