Le patologie del pancreas

Generalità

È importante distinguere le Cisti pancreatiche dalle Pseudocisti:

- Pseuodocisti: sono raccolte di liquido con una parete fibrosa, la cui formazione al di fuori del pancreas può avvenire in seguito a una pregressa pancreatite acuta (2% delle PA), in concomitanza a una pancreatite cronica o per un grave trauma addominale. Queste formazioni possono essere in comunicazione con i dotti pancreatici.

Sintomi:

Nausea o vomito, se la compressione interessa il duodeno;
Ittero (colorito giallo della cute e degli occhi), se la pseudocisti va a comprimere il coledoco;
Dolore di modesta entità avvertito alla parte alta dell'addome.
Il 20-25% delle pseudocisti pancreatiche va incontro a riassorbimento spontaneo.

Possibili complicanze (10-50%): infezione della pseudocisti, rottura, fissurazione della parete della pseudocisti, emorragia intracistica.

Il trattamento è solitamente conservativo con frequente autorisoluzione in 6-12 settimane. L’intervento chirurgico è riservato ai casi di pseudocisti complicate

- Cisti: sono raccolte di liquido con una vera e propria parete epiteliale.

Si differenziano principalmente per il tipo di liquido contenuto:

Tumori cistici sierosi
Tumori cistici mucinosi
La differenza non è solo strutturale ed anatomo/biologica ma, come vedremo più avanti, anche prognostica e terapeutica.

 

È importante distinguere le Cisti pancreatiche dalle Pseudocisti:

- Pseuodocisti: sono raccolte di liquido con una parete fibrosa, la cui formazione al di fuori del pancreas può avvenire in seguito a una pregressa pancreatite acuta (2% delle PA), in concomitanza a una pancreatite cronica o per un grave trauma addominale. Queste formazioni possono essere in comunicazione con i dotti pancreatici.

Sintomi:

Nausea o vomito, se la compressione interessa il duodeno;
Ittero (colorito giallo della cute e degli occhi), se la pseudocisti va a comprimere il coledoco;
Dolore di modesta entità avvertito alla parte alta dell'addome.
Il 20-25% delle pseudocisti pancreatiche va incontro a riassorbimento spontaneo.

Possibili complicanze (10-50%): infezione della pseudocisti, rottura, fissurazione della parete della pseudocisti, emorragia intracistica.

Il trattamento è solitamente conservativo con frequente autorisoluzione in 6-12 settimane. L’intervento chirurgico è riservato ai casi di pseudocisti complicate

- Cisti: sono raccolte di liquido con una vera e propria parete epiteliale.

Si differenziano principalmente per il tipo di liquido contenuto:

Tumori cistici sierosi
Tumori cistici mucinosi
La differenza non è solo strutturale ed anatomo/biologica ma, come vedremo più avanti, anche prognostica e terapeutica.

 

Diagnosi

Le differenze sostanziali nella prognosi di queste lesioni ne rendono fondamentale la diagnosi differenziale. Allo stesso tempo però non è così semplice riconoscerle, per questo motivo l’integrazione di alcuni esami strumentali diventa indispensabile per garantire al paziente il migliore percorso dopo la diagnosi. In particolare possono essere necessari, grazie alla loro accuratezza:

Risonanza Magnetica (RM)
Tomografia Computerizzata (TC)
Eco-Endoscopia con eventuale biopsia ed esame citologico (fine needle aspiration “FNA”)
Ecografia con mezzo di contrasto (CEUS)
È di fondamentale importanza notare come alcuni di essi (IPMN del dotto principale, Neoplasia cistica mucinosa e Tumore solido pseudopapillare) abbiano un rischio da moderato ad elevato di evoluzione maligna.

Per questo motivo lo studio con esami strumentali eseguito ed analizzato da Medici esperti di tali patologie può cambiare la prognosi del paziente inserendolo tempestivamente in un percorso di controlli seriati o verso la terapia chirurgica. Oltre allo studio di RM acquisisce un ruolo fondamentale l’indagine con eco-endoscopia che, oltre a definire le caratteristiche macroscopiche, ci permette di ottenere la biopsia della neoplasia e la citologia del liquido intracistico. L’analisi di questi prelievi, delle caratteristiche all’imaging, del quadro clinico e dell’evoluzione nel tempo della neoplasia ci consente di stilare uno score di stratificazione del rischio che indica il percorso più idoneo per il paziente (high risk-stigmata).