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Liste di attesa in sanità, a disposizione 32 milioni nel 2024 per contenerle

Liste di attesa in sanità, a disposizione 32 milioni nel 2024 per contenerle

Scritto da Walter Fortini, giovedì 7 marzo 2024 alle 12:12

Barra dritta per contenere le liste di attesa in sanità che riguardano interventi chirurgici e prestazioni ambulatoriali. La Toscana nel 2024 potrà spendere 32 milioni di euro, ovvero lo 0,4 per cento delle risorse del fondo sanitario nazionale che la legge di stabilità permette di assegnare, in deroga ai tetti di spesa, a questo scopo. Li potrà utilizzare per produttività aggiuntiva di medici, infermieri e tecnici oppure per acquistare prestazioni nel privato convenzionato. Nel 2023, con la stessa misura, sono stati recuperati 321.065 prestazioni, più di 20 mila interventi chirurgici e oltre 300 mila prestazioni ambulatoriali, impegnando la totalità delle risorse a disposizione, confermando il trend in aumento di offerta, già registrato nel 2022, per entrambi i livelli di assistenza.

In particolare nel 2024, dei 32 milioni spendibili, 19 milioni saranno destinati al recupero delle prestazioni ambulatoriali, 12 milioni per il recupero degli interventi chirurgici e uno per gli screening oncologici.

“Servirebbero ancora più risorse, aggiuntive, o la possibilità di assumere più personale per risolvere il problema delle liste di attesa – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani - . Lo abbiamo chiesto più volte al Governo: la spesa sanitaria è un investimento, la pandemia da Covid ce lo dovrebbe aver insegnato ma i numeri italiani sono inferiori alla media europea. Per questo abbiamo chiesto che la spesa sanitaria non sia meno del 7,5 per cento del Pil: oggi è poco più del sei per cento. In Toscana stiamo già utilizzando a pieno regime gli spazi concessi dalle norme e dai bilanci”.

“Siamo tra le prime regioni in Italia a procedere all’assegnazione delle risorse per contenere le liste d’attesa. Un passaggio che sta a significare quanto sia prioritario per noi questo tema – commenta l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – Lo scorso anno abbiamo speso la totalità delle risorse in otto mesi e quest’anno intendiamo fare lo stesso, con il massimo impegno e collaborazione delle aziende. Il piano – continua -  è stato costruito tenendo conto del quadro attuale, delle criticità emerse e portando anche attenzione sulla prevenzione, consapevoli che è un investimento sulla salute collettiva e la sostenibilità del sistema. Nell’ultimo anno abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con tutto il sistema sanitario che sta andando avanti – conclude - ma per una riduzione significativa dei tempi d’attesa dobbiamo essere consapevoli che serve un investimento maggiore da parte del Governo sul fondo sanitario”.

La giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi la delibera che consentirà ora di procedere all’assegnazione delle risorse e degli obiettivi alle aziende sanitarie ed ospedaliere universitarie. La ripartizione avverrà proporzionalmente alla popolazione assistita per area vasta e tenuto conto delle criticità emerse nell’anno precedente per il rispetto dei tempi e delle specialità che hanno registrato performance inferiori agli standard. Tra le novità del piano ci sono progetti specifici per le aree territoriali che presentato maggiori criticità e progetti specifici per incentivare l’appropriatezza prescrittiva.

Dodici  milioni per la chirurgia
Per gli interventi chirurgici le risorse dovranno essere utilizzate principalmente per recuperare gli interventi arretrati e per il rispetto dei tempi massimi di classe A. Per quanto riguarda gli interventi oncologici, per cui la Regione Toscana riesce a soddisfare in oltre il 90% dei casi i tempi per gli interventi di classe A, le risorse saranno destinate agli interventi oncologici di classe B. Dei dodici milioni a disposizione sei sono stati assegnati proporzionalmente al numero di residenti per area vasta e al numero di pazienti in lista d’attesa al 31 dicembre 2023.

Specialistica ambulatoriale
Più della metà delle risorse destinate ad abbattere le liste di attesa riguardano le prestazioni di specialistica ambulatoriale. Si tratta di 19 milioni, di cui dieci milioni sono stati assegnati sulla base delle distribuzione degli assistiti e dei volumi erogati nell’ultimo anno e sei milioni distribuiti proporzionalmente al numero di prestazioni prenotate oltre i tempi massimi di attesa.

L’area delle prestazioni di specialistica ambulatoriale ha conosciuto un’evoluzione notevole nel corso dell’ultimo anno, anche a seguito di una serie di misure messe in campo dall’assessorato al diritto alla salute che hanno consentito di accorciare le liste di attesa. Non ovunque sono stati però raggiunti gli stessi risultati, conseguenza di territori a volte molto diversi tra loro per demografia e morfologia e volumi di offerta. Proprio per far fronte a questa disomogeneità e garantire equo accesso alle cure a tutti i cittadini della Toscana, 3 dei 19 milioni di euro sono stati assegnati in egual misura alla Asl Toscana Nord Ovest e alla Asl Toscana Centro per progetti speciali destinati ai territori dove sono state registrate criticità più accentuate nel 2023 come, ad esempio, le zone di Empoli, Livorno, Pistoia e Massa.

Inoltre la Regione punta a lavorare anche sulla domanda e sull’appropriatezza prescrittiva: viene così data la possibilità alle aziende di destinare una percentuale delle risorse a progetti specifici che coinvolgano medici di medicina generale e pediatri di famiglia.

Screening oncologici più partecipati
Non poteva mancare attenzione sul fronte della prevenzione, fondamentale per il benessere delle singole persone ma anche per la salute collettiva e la sostenibilità del sistema sanitario pubblico. Se infatti una patologia viene diagnosticata precocemente, a seguito di un più corretto stile di vita, si riducono le prestazioni future e quindi le possibili liste di attesa.   

Negli obiettivi che la Regione ha chiesto alle aziende di raggiungere c’è così la crescita delle adesioni agli screening oncologici, a cui ha destinato un milione di euro, distribuiti in base agli editi dell’anno precedente. Si punta ad alzare il livello di partecipazione ai tre esami previsti dal nuovo sistema di garanzia dei livelli essenziali di assistenza, ovvero cervice uterina, mammella e colon retto.