Diagnostica e Cura

Interruzione volontaria di gravidanza - il percorso IVG

L’interruzione di gravidanza, è legale in Italia dal 1978 ed è regolata dalla legge n. 194/78.
Fino al 90° giorno l’interruzione è su base volontaria, ed è completamente gratuita.

Per poter eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è necessario:
1. recarsi presso il consultorio - Alcuni consultori offrono possibilità di accesso diretto, in altri è è necessario prenotare la “visita ginecologica” tramite CUP  (verificare presso il consultorio di riferimento le modalità di accesso e la necessità o meno di recarsi alla visita già fornite di test di gravidanza di laboratorio)
2. il ginecologo del consultorio effettua la visita rilascia il certificato che attesta la volontà della donna a interrompere (certificato può essere richiesto anche al proprio ginecologo di fiducia, al medico di famiglia, ad altro specialista)
3. per legge è necessario attendere una settimana tra la certificazione e l’esecuzione dell’aborto (tranne nei casi in cui sussistano caratteristiche di urgenza)
4. durante la visita il ginecologo informa sulle metodiche di esecuzione dell'IVG (farmacologica entro 63 giorni di amenorrea/chirurgica entro 12 sett. + 5 giorni)
5. durante la visita vengono fornite le indicazioni sulla sede e il giorno in cui recarsi alla preospedalizzazione e modalità di svolgimento del percorso

L’interruzione di gravidanza, è legale in Italia dal 1978 ed è regolata dalla legge n. 194/78.
Fino al 90° giorno l’interruzione è su base volontaria, ed è completamente gratuita.

Per poter eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è necessario:
1. recarsi presso il consultorio - Alcuni consultori offrono possibilità di accesso diretto, in altri è è necessario prenotare la “visita ginecologica” tramite CUP  (verificare presso il consultorio di riferimento le modalità di accesso e la necessità o meno di recarsi alla visita già fornite di test di gravidanza di laboratorio)
2. il ginecologo del consultorio effettua la visita rilascia il certificato che attesta la volontà della donna a interrompere (certificato può essere richiesto anche al proprio ginecologo di fiducia, al medico di famiglia, ad altro specialista)
3. per legge è necessario attendere una settimana tra la certificazione e l’esecuzione dell’aborto (tranne nei casi in cui sussistano caratteristiche di urgenza)
4. durante la visita il ginecologo informa sulle metodiche di esecuzione dell'IVG (farmacologica entro 63 giorni di amenorrea/chirurgica entro 12 sett. + 5 giorni)
5. durante la visita vengono fornite le indicazioni sulla sede e il giorno in cui recarsi alla preospedalizzazione e modalità di svolgimento del percorso

Documenti necessari

Documento di riconoscimento valido o documentazione comprovante identità


• per i Cittadini Italiani e Stranieri iscritti al SSN: tessera sanitaria in corso di validità
• per i Cittadini Stranieri non iscritti al SSN, appartenenti all'Unione Europea o a Paesi Convenzionati: valgono le norme previste dai reciproci Accordi
• per i Cittadini Extracomunitari non in regola con il visto ed il soggiorno, privi di risorse economiche: documento STP


Per le donne minorenni è necessario il consenso e la presenza di chi esercita la patria potestà o la relazione del giudice tutelare. Si consiglia di rivolgersi al più presto al consultorio o Consultorio Giovani, che si occupa di attivare il percorso di certificazione con il giudice tutelare.
Le donne straniere che non parlano la lingua italiana sono supportate dal servizio di interpretariato con i Mediatori Linguistico Culturali attivato tramite telefono (help voice).


Il Consultorio garantisce colloqui e consulenza per rimuovere eventuali cause che portano alla decisione di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza. Fornisce anche assistenza psicologica e, su richiesta, informazioni su associazioni di volontariato ed eventuale coinvolgimento dei Servizi sociali.
Le donne che hanno effettuato IVG saranno invitate ad una visita per il necessario controllo ginecologico e per poter essere informate adeguatamente su una corretta tipologia di contraccezione (nei due anni successivi all’aborto la contraccezione è gratuita per le donne residenti e domiciliate in Toscana e in possesso di STP).

 

il percorso IVG

Preospedalizzazione
Al primo accesso viene eseguita l’accettazione medica e la valutazione della possibilità di accedere all’aborto farmacologico, l’eventuale visita anestesiologica ed il prelievo degli esami ematici per la determinazione del gruppo sanguigno, se non già eseguito (portare eventuali esami in proprio possesso).
Non è necessario essere a digiuno.

IVG farmacologica
da oltre 20 anni è possibile utilizzare metodi farmacologici per interrompere la gravidanza: il mifepristone (RU 486) è il farmaco attualmente utilizzato per l’interruzione della gravidanza, in abbinamento con il misoprostolo: l’assunzione dei farmaci provocano un aborto simile a quello spontaneo.
Può essere somministrato solo entro la 7° settimana di ritardo mestruale (49 giorni) e dopo valutazione medica per escludere eventuali controindicazioni.
Il farmaco RU486 viene somministrato in una sola dose per via orale (generalmente in concomitanza con la preospedalizzazione), cui fa seguito a distanza di 48 ore la somministrazione dell’altro farmaco, il Misoprostolo. Viene quindi programmato un controllo ecografico dopo circa 15 giorni, essenziale per accertarsi che l’interruzione di gravidanza sia effettivamente avvenuta.
E’ necessario quindi recarsi per tre volte presso la struttura, (con una permanenza in osservazione di circa due ore post-somministrazione) per la corretta conclusione del percorso.
L’RU486 interrompe nella quasi totalità dei casi (il 97%) la gravidanza in atto. Nel 2-3% dei casi in cui la gravidanza non sia conclusa, è necessario ricorrere all’IVG chirurgica.
Rischi e possibili complicanze: nei due giorni successivi all’assunzione dei farmaci possono presentarsi perdite ematiche abbondanti, contrazioni uterine dolorose, vomito, diarrea, malessere generale.

IVG chirurgica
Fino a pochi anni fa, il metodo abortivo maggiormente utilizzato in Italia è stato quello chirurgico.
Prevede di eseguire lo svuotamento dell’utero, tramite dilatazione strumentale del collo dell’utero e isterosuzione e/o raschiamento. Avviene all’interno di un presidio ospedaliero, in anestesia locale o generale. Al momento della preospedalizzazione viene indicato i giorno in cui è programmato l’intervento: bisognerà presentarsi la mattina in ospedale, la dimissione avviene nel pomeriggio della stessa giornata.
Rischi e possibili complicanze: come ogni intervento chirurgico, anche l’IVG presenta alcuni rischi. I principali sono la perforazione uterina (evento estremamente raro) o l’infezione. A questi si aggiungono i rischi delle potenziali complicanze legate all’anestesia.
La percentuale d’insuccesso del metodo è quasi nulla.