Scritto da Daniela Ponticelli, venerdì 7 dicembre 2018

 Dieci persone, nei giorni scorsi, sono ricorse alle cure del pronto soccorso a seguito di consumo di funghi. Per alcune di loro è stato necessario anche il ricovero presso il reparto Obi (osservazione breve intensiva) dell’Ospedale San Jacopo. Ora stanno bene e, fortunatamente, non hanno riportato conseguenze.L'attività dei micologi ha consentito, di individuare la specie consumata, grazie a piccole parti di fungo ritrovate fra i rifiuti.Nonostante la stagione è, infatti, ancora possibile rinvenire funghi nelle zone più temperate e, per alcune specie, sono possibili errori di riconoscimento.

Così infatti sembra accaduto dal consumo di Clitocybe nebularis meglio conosciuta come cimballo o aromatico la cui raccolta da alcuni anni viene sconsigliata, sia per casi di intossicazione a seguito del suo consumo e sia per la facilità con cui può essere scambiata con il più pericoloso Entoloma sinuatum.

La Clitocybe nebularis non è infatti ammessa al commercio.

Si ricorda quindi di raccogliere solo funghi di sicuro riconoscimento e di rivolgersi agli sportelli di consulenza gratuita presenti nelle strutture di prevenzione in tutti i territori aziendali (per l’area pistoiese è possibile rivolgersi al coordinatore dell'ispettorato micologico dottoressa Rossella Ghelardini 0573 352782 oppure a dottor Marco Lippi referente per la zona valdinievole 0572 942827).

Nel 2017 in tutta l’area pistoiese le intossicazioni da funghi sono state cinque. La specie che causa le maggiori intossicazioni è proprio Entoloma sinuatum.

Nel primo semestre del 2018 non si sono, invece, verificati casi.