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Il treno sanitario nasce durante il periodo dell’emergenza Covid-19, in seguito a un accordo tra Dipartimento della Protezione Civile, Trenitalia e AREU (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) della Lombardia. Gli scopi sono molteplici: attenuare, laddove necessario, il numero impattante di pazienti nelle strutture ospedaliere, trasportando malati e feriti in Italia e all’estero, operare come medical evacuation e integrare il Servizio sanitario territoriale come Posto Medico Avanzato.
Il convoglio è costituito da due locomotori, per rendere più veloci le fasi di avvio, e otto carrozze. Tre di queste possono ospitare 45 operatori tra personale sanitario specializzato, personale tecnico-logistico e di direzione, e 21 pazienti a cui sono riservate altrettante postazioni equipaggiate con strumentazioni per la terapia intensiva: 21 ventilatori polmonari, un ecografo, due emogas analizzatore e 21 fra monitor, aspiratori, barelle e attrezzature varie. Una carrozza con posti letto è destinata al riposo del personale, un’altra al coordinamento tecnico sanitario, una funge da magazzino per i materiali e i farmaci necessari, due infine servono a far funzionare le apparecchiature medicali, ospitando, in particolare, i gruppi elettrogeni che forniscono un’alimentazione indipendente alle dotazioni sanitarie.
La composizione base fornisce diversi tipi di assistenza sanitaria, dalle attività di primo livello alla terapia intensiva, anche in biocontenimento, ma si possono integrare altre carrozze con ulteriori funzioni medico-sanitarie.
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